CURA DEI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE A ROMA
Cosa significa mangiare?
Il cibo non è solo un elemento per la nostra sopravvivenza, ma un mezzo per esprimere amore e soddisfare i nostri sensi.
A chi non è capitato di manifestare il proprio affetto attraverso la preparazione di una cenetta più o meno elaborata?.
E’ un modo di prendersi cura degli altri, a partire dalle prime fasi della nostra vita.La mamma che allatta il suo bambino.
Lo nutre e lo ama attraverso quel gesto. E’ li che si comincia a costruire il rapporto con il cibo e con le persone importanti.
Il corpo, l’ apparato digerente non sono una semplice macchina che assume cibo, lo digerisce e lo espelle.Il nostro corpo è l’espressione anche dei nostri stati d’animo e delle nostre emozioni. Il modo in cui mangiamo o non mangiamo è connesso anche al nostro rapporto con il mondo ed è un modo di esprimere emozioni e vissuti.
Frasi come:
‘Sono divorato dai sensi di colpa’
‘Mi sento vuoto’
‘Mangiare mi fa sentire più calmo’
‘Mi si è chiuso lo stomaco, non riesco a mangiare.’
‘Mi ha fatto cosi male discutere che mi sento di voler vomitare’
‘Sono pieno di rabbia’
‘Mi si torcono le budella’
Evidenziano lo stretto rapporto tra emozioni e cibo.

Il conflitto con il cibo può essere lo specchio dell’ insoddisfazione e delle difficoltà relazionali.
Al giorno d’oggi la situazione si complica con questo martellamento mediatico e da internet, dove l’aspetto fisico sembra essere l’unica cosa che conta, elemento di conquista e di affermazione. L’enorme, direi ossessiva attenzione ad un corpo perfetto, quasi irreale invade soprattutto gli adolescenti, che sentono di essere schiacciati in un mondo spietato .
C’è la moda dei selfie con ritocchi fatti dalle applicazioni che rendono un volto ‘perfetto’ e un fisico più snello.
E la persona che fine fa?
Il suo vero essere, i suoi pensieri, emozioni, sentimenti, valori ideali, progetti?
Tutto viene dopo…. purtroppo molto dopo, al punto di arrivare a ‘sparire’ per molti adolescenti, soprattutto ragazze che vengono schiacciate da un contesto sociale davvero freddo e spietato.
Ed ecco che l’immagine fisica diventa il centro dei loro pensieri, non solo per le trasformazioni fisiche ma soprattutto come strumento di accettazione nella società.
In questo clima un po’ ossessivo sulle forme e sul cibo si instaurano delle vere e proprie patologie caratterizzate da un alterazione delle abitudini e del comportamento alimentare.
I disturbi più diffusi sono:
Anoressia, bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata.
La maggior parte delle persone che soffrono di tali disturbi hanno una percezione distorta dell’immagine corporea.
Questo significa che vedono il loro corpo in modo alterato.
L’anoressica si vede sempre troppo grassa, si guarda allo specchio e trova i suoi fianchi sempre troppo larghi, la pancia troppo sporgente.L’angoscia del bulimico è quello di vivere il suo peso con un forte senso di vergogna.
In tutti i disturbi alimentari è presente sempre una forte attenzione. direi esagerata al peso e all’aspetto fisico.
Sono veramente poche le persone che si rendono conto di soffrire di questi disturbi, in genere insorgono durante l’adolescenza, anche se possono comparire anche in altre età.
interessano prevalentemente il sesso femminile.
Quali sono i primi sintomi?
I primi sintomi di tali disturbi sono un’ eccessiva attenzione al proprio peso, alla propria immagine fisica, ed un controllo esagerato del cibo.I ragazzi che presentano tali sintomi con il tempo cominciano a non accettare il loro corpo e di conseguenza ad avere difficoltà relazionali con i loro coetanei e con il mondo degli adulti. Si isolano e sviluppano una fissazione nei confronti del cibo.Trasferiscono le loro difficoltà relazionali sul cibo stesso negando la fame, digiunando o mangiando in modo esagerato, procurandosi in un secondo momento il vomito.
Attraverso tali comportamenti, i ragazzi cercano di superare le frustrazioni.
In questi casi l’intervento di uno psicoterapeuta è di vitale importanza, dato che si si tratta di individui che stanno sviluppando la loro personalità.
Quali sono i segnali iniziali che precedono la malattia?
E’ importante anche avere una buona sensibilità per vedere i segnali iniziali di queste patologie.
L’anoressia è visibile quando si è strutturata ma spesso è preceduta dall’ortoressia.
Un’attenzione esagerata al tipo di cibo e alle calorie.
Un’altra patologia più maschile, vigoressia, essere in forma a tutti i costi.
Questa esaltazione della perfezione fisica nasconde una difficoltà a mostrare le emozioni.
Questo tipo di situazioni anticipano e creano già per lungo tempo quello che poi scaturirà nell’anoressia o bulimia.
Ci sono altri segnali che hanno a che fare con il cibo e come si mangia a tavola.
Lo spezzettamento del cibo, il grattare la fettina di carne, danno l’idea che il cibo sia qualcosa di ostile, anche mangiare in modo particolarmente lento (troppo rapido nella bulimia).
L’invito alle famiglie è che guardino queste cose.
Si può guarire?
Si, anche se ci vuole impegno e tempo.
In queste patologie non bisogna stare tranquilli quando le persone riacquisiscono il peso normale.
Anche dopo che un ragazzo si è curato e si è ripreso, se persistono i comportamenti alimentari distorti questi ci dicono, ‘attenzione ancora non ne sono completamente uscito’. Si sarà guariti completamente quando il rapporto con il cibo diventerà normale. Uno dei problemi che viene detto meno spesso è non solo che c’è un rischio di vita, ma l’altro aspetto drammatico è il fatto che è una malattia cronica che può durare tutta la vita.
Qual è il tipo di lavoro da fare in psicoterapia?
E’ fondamentale la consapevolezza, l’accettazione del problema in quanto la maggior parte delle ragazze/i lo negano e tendono a voler mantenere quel tipo di approccio al cibo. Ne hanno una paura terribile, chiaramente perché vi hanno spostato lì i loro sentimenti e conflitti.
Una ragazza anoressica desidera non cadere nella bulimia per cui è importante farle capire che l’eccessivo controllo poi sfocia della mancanza di controllo come reazione all’oppressione creata. Per cui il lavoro è quello di uscire da questo controllo eccessivo del cibo e iniziare ad avviare un rapporto equilibrato con l’alimentazione, ma anche con le emozioni e con gli altri. Aiutarli ad avere una sempre maggiore integrazione a livello sociale, affettivo e lavorativo.
Superare il forte senso di colpa e la bassa autostima.
Il lavoro è restituire alla persona la stima di se stessi perché a volte si umiliano in rapporti degradanti, mentre potrebbero avere rapporti felici. Nella psicoterapia vanno accompagnati nel riacquistare, o scoprire il loro valore.
Sentirsi di nuovo adeguati e come gli altri, anzi a volte sono anche meglio degli altri, visto che sono persone molto intelligenti e sensibili. Si stabiliscono degli accordi in quanto devono avere le loro responsabilità, questo significa che se fanno degli errori devono accettarne le conseguenze e riparare. Imparare a riconoscere le proprie reali responsabilità e quali sono le vere colpe e quali no.